Occhiali da sole Ana Hickmann, lusso accessibile e tendenze 2025
Basta una passeggiata tra le vie dello shopping o un rapido scroll su Instagram per notare un dettaglio che accomuna influencer, stilisti e appassionati di moda: gli occhiali da sole Ana Hickmann stanno diventando il nuovo punto di riferimento per chi cerca un tocco di lusso senza rinunciare alla convenienza. L’interrogativo che molti si pongono è se dietro il prezzo contenuto si nasconda davvero qualità e design all’altezza dei grandi marchi. La risposta, come vedremo, risiede in
una strategia di prodotto che abbina materiali pregiati, produzione flessibile e un occhio attento alle tendenze dell’anno.
Chi è Ana Hickmann e perché la sua linea eyewear funziona
Ana Hickmann è nota in patria come una delle top model brasiliane più longeve, ma negli ultimi anni ha trasformato la sua immagine in un vero e proprio impero lifestyle. L’intuizione è stata quella di lanciare collezioni di occhiali che rispecchiano il suo stile personale: linee pulite, dettagli gioiello e una palette di colori che spazia dai neutri evergreen ai toni vitaminici più in voga sui social. Il segreto sta nel fatto che il brand controlla direttamente la filiera produttiva, dall’acetato italiano alle lenti polarizzate, e vende soprattutto online o in corner dedicati all’interno di grandi catene, tagliando i costi del canale tradizionale. Il risultato è un prezzo finale che si aggira tra i 70 e i 120 euro, un terzo rispetto a case history simili.

Materiali e finiture . Cosa rende questi occhiali un piccolo lusso quotidiano
L’acetato utilizzato è lo stesso che troviamo negli occhiali premium: si tratta di un composto di cellulosa proveniente da cotone e polpa di legno, lavorato in lastre che garantiscono leggerezza e resistenza. Le cerniere sono in metallo nichel-free, mentre le viti micro-incassate sono sottoposte a test di resistenza al sale e all’umidità. Le lenti, oltre a essere polarizzate, integrano un filtro anti-blu adattivo che si attiva sotto luce intensa, un dettaglio particolarmente apprezzato da chi lavora all’aperto o guida molto. Ogni paio passa per un controllo qualità manuale prima di essere imballato, e questo spiega perché la percentuale di resi per difetti si aggira intorno allo 0,3%, un valore che sfiora l’eccellenza nel segmento accessibile.
Tendenze 2025 . Forme, colori e dettagli che stanno spopolando
Quest’anno la parola d’ordine è “soft geometry”: montature oversize ma dai bordi arrotondati, ispirate agli anni ’70 ma rivisitate in chiave minimal. Il colore must-have è il toffee trasparente, una nuance che gioca con la luce e si abbina a carnagioni chiare e medie. Spiccano poi le varianti con dettagli in metallo satinato sul frontale, un richiamo alla gioielleria che si riflette in piccoli cristalli applicati a mano sulle stanghette. Le lenti specchiate nei toni del petrolio e dell’ambra stanno rimpiazzando il classico nero uniforme, mentre i modelli da sole sportivi si fondono con la moda urbana grazie a inserti in gomma morbida e terminali pieghevoli.
Come scegliere il modello adatto al tuo volto senza provarli fisicamente
Molti clienti acquistano online e temono di sbagliare forma. Il brand ha risposto con un filtro sul sito che combina morfologia del viso, colorazione di capelli e tonalità preferita di trucco. In pratica basta caricare una selfie frontale e il sistema restituisce tre opzioni con percentuale di compatibilità.

Prezzi, canali di acquisto e garanzie . Tutto quello che c’è da sapere prima di cliccare
Il listino ufficiale oscilla tra 79 euro per i modelli più semplici in acetato opaco e 119 euro per le limited edition con lenti specchiate e dettagli in metallo galvanizzato. Le promozioni più interessanti arrivano in concomitanza con le collezioni mid-season: a maggio e ottobre è possibile trovare bundle con custodia rigida e flacone di spray anti-appannamento a prezzo fisso. La garanzia è biennale su difetti di fabbricazione .
Un investimento di stile che non compromette il portafoglio
Gli occhiali da sole Ana Hickmann dimostrano che lusso e convenienza non sono più aggettivi inconciliabili. Grazie a una supply chain snella, una comunicazione diretta con il pubblico e un design fashion che anticipa i desideri del mercato, la collezione 2025 riesce a regalare la sensazione di indossare un accessorio premium senza il peso di una spesa eccessiva. Se siete alla ricerca di un nuovo compagno estivo che faccia al contempo tendenza e funzione, la risposta potrebbe trovarsi in una montatura che costa meno di una cena fuori ma regala la sicurezza di chi ha scelto con consapevolezza.
Guida all’acquisto del SUP gonfiabile: caratteristiche, consigli e modelli top
L’estate è alle porte e con essa cresce il desiderio di trascorrere del tempo sull’acqua. Il SUP, o Stand Up Paddleboarding, è diventato uno degli sport acquatici più popolari, grazie alla sua accessibilità e alla facilità di apprendimento. Se sei alla ricerca di un SUP gonfiabile, questa guida ti aiuterà a navigare tra le varie opzioni disponibili sul mercato, fornendoti tutte le informazioni necessarie per fare una scelta consapevole.
Cos’è un SUP gonfiabile
Un SUP gonfiabile è una tavola da paddle che può essere gonfiata e sgonfiata a piacimento con una pompa ad aria elettrica , rendendola estremamente portatile e facile da riporre. A differenza delle tavole rigide, i SUP gonfiabili sono realizzati in PVC e altri materiali resistenti, che li rendono duraturi e adatti a diverse condizioni d’acqua. Sono ideali per chi ha poco spazio a disposizione o desidera trasportare facilmente la propria attrezzatura.

Vantaggi dei SUP gonfiabili
I SUP gonfiabili offrono numerosi vantaggi rispetto alle tavole rigide. Innanzitutto, sono molto più facili da trasportare, poiché possono essere sgonfiati e riposti in uno zaino. Inoltre, sono generalmente più economici e resistenti ai graffi e agli urti. La loro leggerezza li rende adatti anche ai principianti, che possono trovare più semplice manovrarli rispetto a una tavola rigida. Infine, i SUP gonfiabili sono versatili e possono essere utilizzati in diverse condizioni d’acqua, dai laghi tranquilli alle onde del mare.
Caratteristiche da considerare
Quando si acquista un SUP gonfiabile, è importante considerare diverse caratteristiche per assicurarsi di scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze.
La lunghezza, la larghezza e lo spessore della tavola influenzano la stabilità e la manovrabilità. Una tavola più lunga sarà più veloce ma meno maneggevole, mentre una tavola più larga offrirà maggiore stabilità. Lo spessore, invece, influisce sulla rigidità della tavola e sulla sua capacità di sostenere il peso.
Altri fattori da considerare includono il peso della tavola, la capacità di carico e gli accessori inclusi, come pagaia, pompa e leash.
Consigli per l’acquisto
Prima di acquistare un SUP gonfiabile, è utile leggere le recensioni degli utenti e confrontare i diversi modelli disponibili sul mercato. È importante scegliere una tavola di alta qualità, realizzata con materiali resistenti e dotata di una buona garanzia. Inoltre, è consigliabile provare la tavola prima dell’acquisto, se possibile, per assicurarsi che sia adatta alle proprie esigenze.
Infine, non dimenticare di considerare il prezzo e il rapporto qualità-prezzo, cercando di trovare il miglior compromesso tra le tue esigenze e il tuo budget.
Modelli top sul mercato
Sul mercato sono disponibili numerosi modelli di SUP gonfiabili, ognuno con le proprie caratteristiche e vantaggi. Alcuni dei modelli più popolari includono il Red Paddle Co Ride, noto per la sua stabilità e manovrabilità, e il Naish One, apprezzato per la sua leggerezza e facilità di trasporto. Altri modelli degni di nota sono il Starboard Astro e il Fanatic Fly Air, entrambi ideali per i principianti grazie alla loro stabilità e facilità d’uso. Prima di fare la tua scelta, assicurati di confrontare i diversi modelli e leggere le recensioni degli utenti per trovare il SUP gonfiabile perfetto per te.
Manutenzione e cura del tuo SUP gonfiabile
Per garantire una lunga durata al tuo SUP gonfiabile, è importante prendersene cura correttamente.
- Dopo ogni utilizzo, risciacqua la tavola con acqua dolce per rimuovere sale, sabbia e altri residui.
- Asciuga bene la tavola prima di riporla, per evitare la formazione di muffe e batteri.
- Conserva la tavola in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta del sole e da fonti di calore.
Inoltre, evita di trascinare la tavola su superfici ruvide, per prevenire graffi e danni. Seguendo questi semplici consigli, il tuo SUP gonfiabile rimarrà in ottime condizioni per molti anni.
Esplorare
Acquistare un SUP gonfiabile è un investimento che può regalarti ore di divertimento sull’acqua. Con la giusta tavola, potrai esplorare nuovi luoghi, migliorare la tua forma fisica e goderti il mare in modo unico. Seguendo i consigli e le indicazioni di questa guida, sarai in grado di scegliere il SUP gonfiabile perfetto per le tue esigenze e iniziare la tua avventura nel mondo del paddleboarding.
Parcheggio sicuro e senza stress con il dissuasore con telecomando
Trovare un parcheggio sicuro è una preoccupazione comune per molti automobilisti, soprattutto in città affollate o in aree con spazio limitato. Un dissuasore con telecomando offre una soluzione pratica ed efficace per garantire che il tuo posto auto rimanga libero e protetto. Grazie alla comodità di un dispositivo wireless, puoi alzare o abbassare il dissuasore con un semplice clic, evitando conflitti con altri conducenti e assicurandoti che nessuno occupi il tuo spazio senza permesso.
Come funziona il dissuasore con telecomando
Il salva posto auto con telecomando è progettato per essere installato facilmente all’ingresso del tuo parcheggio privato o in un’area riservata. Una volta posizionato, il meccanismo si attiva tramite un segnale radio inviato dal telecomando, permettendoti di controllarlo a distanza. Questo sistema elimina la necessità di scendere dall’auto per spostare manualmente il dissuasore, rendendo l’esperienza di parcheggio più veloce e senza stress. Inoltre, molti modelli sono dotati di luci LED per una migliore visibilità notturna e di materiali resistenti alle intemperie per garantire una lunga durata.
I vantaggi di un dissuasore automatico per la tua proprietà
Oltre alla praticità, un dissuasore con telecomando , come in generale una barriera stradale , aumenta la sicurezza della tua auto e della tua proprietà. Questa automazione impedisce a veicoli non autorizzati di parcheggiare nel tuo spazio, riducendo il rischio di danni o furti. È particolarmente utile per chi possiede un box auto privato, un posto riservato in un condominio o un’area aziendale. La facilità d’uso lo rende adatto a tutti, dagli anziani ai professionisti che hanno poco tempo da perdere. Inoltre, la sua presenza funge da deterrente psicologico, scoraggiando potenziali intrusi dall’avvicinarsi alla tua auto.
Domande frequenti sui dissuasori con telecomando
Molte persone si chiedono se l’installazione di un dissuasore automatico richieda lavori complessi. In realtà, la maggior parte dei modelli è progettata per essere montata senza necessità di interventi invasivi, spesso con pochi semplici passaggi.
Un’altra domanda comune riguarda la resistenza del dispositivo: i materiali utilizzati, come l’acciaio zincato o l’alluminio, assicurano robustezza e protezione contro la ruggine.
Infine, chi teme interferenze con altri dispositivi wireless può stare tranquillo, poiché i moderni dissuasori utilizzano frequenze criptate per evitare malfunzionamenti.

Una soluzione intelligente per il parcheggio di oggi e domani
Con l’aumento del traffico e la crescente difficoltà nel trovare parcheggi liberi, investire in un dissuasore con telecomando è una scelta intelligente per chi vuole risparmiare tempo e vivere più serenamente. Che tu sia un privato cittadino o un’azienda, questo dispositivo offre un equilibrio perfetto tra sicurezza, comodità e innovazione. Scopri come trasformare il tuo parcheggio in un’oasi di tranquillità, dove la tua auto è sempre al sicuro e accessibile in pochi secondi.
Degustare Sour Ale, la birra artigianale dal gusto sorprendente
Le sour ale rappresentano una delle categorie più affascinanti e complesse del panorama brassicolo artigianale contemporaneo. Queste birre, caratterizzate da un profilo gustativo acidulo e spesso definite “birre acide”, stanno conquistando sempre più appassionati grazie alla loro capacità di offrire esperienze sensoriali uniche e sorprendenti.
Cosa sono esattamente le sour ale
Le birre sour ale sono caratterizzate da un’acidità pronunciata che deriva da specifici processi di fermentazione. A differenza delle birre tradizionali che utilizzano principalmente lieviti Saccharomyces cerevisiae, le sour ale vengono prodotte attraverso fermentazioni spontanee o controllate che coinvolgono batteri lattici come Lactobacillus e Pediococcus, oltre a lieviti selvaggi come il Brettanomyces.
Questa particolare metodologia produttiva conferisce alle birre un caratteristico sapore acidulo che può variare da delicatamente piccante a intensamente aspro, creando un equilibrio complesso tra dolcezza residua, amarezza luppolata e l’inconfondibile nota acida che le contraddistingue.

Le origini storiche di questa antica tradizione
La produzione di birre acide affonda le radici in tempi antichissimi, quando la fermentazione spontanea era la norma piuttosto che l’eccezione. Prima della scoperta e dell’isolamento dei lieviti puri, tutte le birre venivano prodotte sfruttando i microrganismi presenti naturalmente nell’ambiente.
Il Belgio rappresenta la patria storica delle sour ale, con stili tradizionali come le Lambic, le Gueuze e le Flanders Red Ale che continuano a essere prodotte seguendo metodi tramandati da secoli. Queste birre venivano tradizionalmente conservate in botti di legno per periodi prolungati, permettendo ai microrganismi presenti nel legno di sviluppare profili aromatici complessi e stratificati.
I principali stili di sour ale da conoscere
Il mondo delle sour ale comprende numerosi stili tradizionali, ognuno con caratteristiche distintive. Le Berliner Weisse tedesche rappresentano lo stile più delicato, con un’acidità moderata e un corpo leggero che le rende perfette per l’estate. Le Gose, anch’esse di origine tedesca, si distinguono per l’aggiunta di sale e coriandolo che crea un profilo gustativo unico e rinfrescante.
Dal Belgio provengono le Lambic, considerate il vertice della complessità nelle birre acide. Prodotte esclusivamente attraverso fermentazione spontanea nella regione di Bruxelles, queste birre artigianali richiedono anni di maturazione per sviluppare il loro caratteristico bouquet di aromi funky e terrosi. Le Flanders Red Ale, invece, combinano l’acidità con note fruttate intense derivanti dall’invecchiamento in botti di rovere.
Il processo produttivo delle birre acide moderne
La produzione moderna delle sour ale può seguire diverse metodologie, dalla fermentazione spontanea tradizionale a tecniche più controllate sviluppate dai birrifici artigianali contemporanei. Il metodo della fermentazione spontanea prevede l’esposizione del mosto ai microrganismi presenti nell’aria, un processo che richiede condizioni ambientali specifiche e tempi di maturazione molto lunghi.
Molti produttori moderni utilizzano invece l’inoculo controllato di colture batteriche selezionate, permettendo di ottenere risultati più prevedibili in tempi ridotti. Alcune tecniche innovative includono il sour mashing, dove l’acidificazione avviene prima della bollitura attraverso batteri lattici, e il kettle souring, che permette di controllare precisamente il livello di acidità desiderato.
Come degustare correttamente una sour ale
La degustazione delle sour ale richiede un approccio particolare per apprezzarne appieno la complessità. La temperatura di servizio ideale si aggira intorno ai 6-8 gradi Celsius per gli stili più delicati, mentre birre più complesse come le Lambic possono essere servite a temperature leggermente superiori per esaltarne gli aromi.
Il bicchiere ideale per la degustazione è un tulipano o un calice che permetta di concentrare gli aromi verso il naso. L’aspetto visivo rivela spesso torbidità naturale e colorazioni che vanno dal giallo paglierino al rosso rubino, a seconda dello stile e degli ingredienti utilizzati.
All’olfatto, le sour ale possono presentare note che spaziano dal limone e dall’aceto di mele fino ad aromi più complessi di frutta fermentata, legno, fieno e spezie. In bocca, l’acidità deve risultare equilibrata e mai aggressiva, supportata da una struttura maltata che fornisce corpo e sostanza alla birra.

Abbinamenti gastronomici per esaltare i sapori
Le sour ale offrono possibilità di abbinamento gastronomico straordinariamente versatili grazie alla loro acidità naturale che le rende perfette per tagliare la ricchezza di piatti grassi e per esaltare sapori delicati. I formaggi a pasta molle e quelli caprini si sposano magnificamente con l’acidità di queste birre, creando contrasti armonici sul palato.
La cucina di mare trova nelle sour ale un compagno ideale, particolarmente con preparazioni crude come tartare e crudo di pesce, dove l’acidità della birra richiama quella del limone tradizionalmente utilizzato. Anche i piatti della tradizione fermentata, come crauti e kimchi, creano abbinamenti sinergici che amplificano le caratteristiche di entrambi gli elementi.
Per quanto riguarda i dolci, le sour ale con note fruttate si abbinano splendidamente a dessert a base di frutta fresca, sorbetti e cheesecake, dove l’acidità bilancia la dolcezza creando finali di pasto rinfrescanti e digestivi.
Dove trovare e come scegliere sour ale di qualità
Il mercato italiano delle sour ale ha vissuto una crescita significativa negli ultimi anni, con numerosi birrifici artigianali che hanno iniziato a sperimentare con questi stili complessi. Birrifici specializzati come Lambrate, Birra del Borgo e LoverBeer hanno sviluppato interpretazioni originali degli stili tradizionali, spesso utilizzando ingredienti locali per creare prodotti unici.
Per scegliere una sour ale di qualità è importante prestare attenzione alla data di produzione, poiché molte di queste birre continuano a evolversi in bottiglia. Le versioni invecchiate in botte spesso presentano maggiore complessità, mentre quelle più fresche offrono acidità più vivace e note fruttate più evidenti.
I negozi specializzati in birre artigianali e i beer shop rappresentano i luoghi ideali per trovare selezioni curate di sour ale, dove il personale esperto può guidare nella scelta in base ai gusti personali e alle occasioni di consumo. Online esistono diversi rivenditori specializzati che offrono ampia scelta di stili internazionali e produzioni limitate.
Il futuro delle sour ale nel panorama brassicolo
Il settore delle sour ale continua a evolversi con innovazioni tecnologiche e creative che spingono i confini tradizionali del genere. L’utilizzo di frutta fresca durante la fermentazione sta creando sottocategorie sempre più raffinate, mentre tecniche di invecchiamento in botti precedentemente utilizzate per vini e distillati aggiungono layers di complessità inediti.
L’interesse crescente dei consumatori verso prodotti artigianali e autentici favorisce la diffusione di questi stili che richiedono tempo, pazienza e competenza tecnica elevata. I giovani birrai stanno reinterpretando le tradizioni storiche attraverso l’utilizzo di ingredienti locali e tecniche moderne, creando un ponte tra passato e futuro che arricchisce continuamente l’offerta disponibile per gli appassionati.
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Impastatrice a spirale vs planetaria, quale scegliere per la tua cucina?
Quando si tratta di preparare pane, pizza, dolci o pasta fresca in casa, una buona impastatrice può fare la differenza tra un risultato approssimativo e un prodotto da forno perfetto. Tra le opzioni disponibili sul mercato, le impastatrici a spirale e quelle planetarie sono le più popolari, ognuna con caratteristiche specifiche che le rendono adatte a usi diversi. Ma come scegliere quella giusta per le proprie esigenze? In questo approfondimento esploreremo le differenze principali tra questi due tipi di macchine, analizzando vantaggi, svantaggi e scenari d’uso ideali.
Cos’è un’impastatrice a spirale e come funziona
L’impastatrice a spirale è una macchina progettata principalmente per lavorare impasti ricchi di glutine, come quelli utilizzati per pane, pizza e focacce. Il suo nome deriva dalla forma particolare dell’uncino, che ricorda una spirale e ruota all’interno della vasca mantenendo un movimento circolare costante. Questo sistema permette di impastare grandi quantità di farina con grande efficienza, garantendo un’ottima ossigenazione dell’impasto e una lavorazione uniforme anche per consistenze molto dense.

Grazie alla sua struttura meccanica, l’impastatrice a spirale è in grado di gestire impasti umidi e pesanti senza surriscaldare il motore, rendendola una scelta ideale per chi prepara regolarmente pane artigianale o pizze in quantità. È spesso utilizzata in laboratori di panificazione e pizzerie, ma negli ultimi anni si è fatta strada anche tra gli appassionati di cucina casalinga che desiderano risultati professionali.
Cos’è un’impastatrice planetaria e come si distingue
L’impastatrice planetaria è probabilmente la più conosciuta tra le macchine da cucina per l’impasto. Il suo nome deriva dal movimento dell’accessorio, che ruota su se stesso mentre gira intorno alla vasca, proprio come un pianeta intorno al sole. Questo movimento combinato permette di amalgamare ingredienti in modo molto efficace, rendendo la planetaria una macchina estremamente versatile.
Dotata di diversi accessori come la frusta, la spatola e il gancio per impastare, l’impastatrice planetaria non si limita a lavorare solo impasti pesanti, ma può essere utilizzata anche per montare albumi, preparare creme, emulsionare salse e persino tritare o sminuzzare con l’ausilio di attacchi specifici. È una presenza fissa nelle cucine di molti pasticceri e chef casalinghi, grazie alla sua adattabilità a una vasta gamma di preparazioni.

Confronto tra impastatrice a spirale e planetaria
Sebbene entrambe le macchine abbiano lo scopo di impastare, le loro differenze emergono chiaramente quando si analizzano prestazioni, versatilità e tipologia di utilizzo. L’impastatrice a spirale si distingue per la potenza e l’efficienza nel lavorare grandi quantità di impasti ricchi di farina, specialmente quelli a lunga lievitazione. Il suo sistema di movimento consente di sviluppare bene il glutine, fondamentale per ottenere una buona alveolatura nel pane e una consistenza elastica nella pizza.
Dall’altro lato, l’impastatrice planetaria offre un approccio più completo alla cucina. Non è soltanto una macchina per impastare, ma un vero e proprio centro di lavoro in cucina. Se si ha intenzione di preparare dolci, biscotti, pasta fresca, ma anche purè o salse, la planetaria si rivela uno strumento molto più flessibile. Tuttavia, quando si tratta di impasti molto umidi o in grandi volumi, potrebbe mostrare qualche limite rispetto alla spirale, soprattutto se il motore non è sufficientemente potente.
Quale scegliere in base alle tue esigenze
La scelta tra impastatrice a spirale e planetaria dipende principalmente da ciò che si cucina più spesso e dal livello di impegno che si vuole dedicare alla panificazione o alla pasticceria. Se sei un appassionato di pane, pizza fatta in casa o prodotti da forno salati e li prepari con frequenza, l’impastatrice a spirale potrebbe essere l’opzione più adatta. Offre prestazioni superiori su impasti impegnativi e garantisce risultati professionali anche in cucina domestica.
Al contrario, se la tua routine in cucina è varia e comprende dolci, torte, impasti lievitati e preparazioni più leggere, allora una buona impastatrice planetaria sarà probabilmente la scelta più logica. La sua versatilità ti permetterà di sfruttarla quotidianamente per molteplici scopi, riducendo la necessità di acquistare elettroutensili aggiuntivi.
Considerazioni su spazio, costo e manutenzione
Un altro aspetto da valutare è lo spazio disponibile in cucina. Le impastatrici a spirale tendono ad essere più ingombranti e pesanti, progettate per un uso intensivo e spesso con vasche da 10 litri in su. Richiedono una superficie solida e un posizionamento stabile. Le planetarie, pur non essendo sempre compatte, sono generalmente più adatte a cucine domestiche, con modelli disponibili in diverse dimensioni.

Anche il costo gioca un ruolo importante. Le impastatrici a spirale professionali hanno un prezzo più elevato, ma esistono anche modelli semiprofessionali per uso domestico. Le planetarie, invece, coprono un’ampia fascia di prezzo, con opzioni accessibili per chi inizia e modelli premium per chi cerca prestazioni elevate.
In termini di manutenzione, entrambe le macchine per la pasta richiedono pulizia accurata dopo ogni utilizzo, ma la struttura della spirale può risultare più complessa da smontare rispetto alla planetaria, dove gli accessori sono generalmente più semplici da rimuovere e lavare.
La scelta dipende dal tuo stile in cucina
Alla fine della fiera, non esiste una risposta univoca a quale impastatrice sia migliore. L’impastatrice a spirale è lo strumento ideale per chi vuole eccellere nella panificazione e ha bisogno di gestire impasti consistenti con facilità. L’impastatrice planetaria, invece, si rivela un alleato prezioso per chi cerca un elettrodomestico completo, capace di affrontare una vasta gamma di preparazioni con affidabilità.
Valuta il tuo modo di cucinare, la frequenza con cui prepari determinati piatti e lo spazio a disposizione. In molti casi, chi è particolarmente appassionato potrebbe persino considerare di avere entrambe le macchine, ciascuna dedicata a un tipo specifico di preparazione. Ma per la maggior parte delle cucine domestiche, una buona planetaria rappresenta un ottimo punto di partenza, mentre la spirale è un upgrade dedicato a chi vuole portare la propria arte bianca a un livello superiore.